WIP
26 novembre 2017Le mie postazioni di lavoro coi miei work in progress. Panoramica foto 1: da sinistra Liberté 3 sul pc L, sul pc A illustrazione per Fanworks 2 o Portfolio; foto 2 Liberté 3 e illustrazione; foto 3 illustrazione per Fanworks 2 o Portfolio; foto 4 D’Après-Arras.
XIII volume di Lady Oscar – edizioni Goen
25 novembre 2017È dato in uscita prima di Natale il XIII tankobon di Lady Oscar edizione Goen, con le nuove gaiden inedite, tradotte per la prima volta fuori dal Giappone. Come ci ricorda Monica, il 4 gennaio, in patria, uscirà la terza parte della gaiden sulla fuga di Rosalie e François, guest star Girodel e, mi domando, chissà se Fersen e Sophie.
Ecco la cover del XIII tankobon giapponese, uscito in Giappone il 25 gennaio 2017.
San Martino
10 novembre 2017Ero quasi all’inizio del secondo Liceo classico (VI superiore, traduco). Avevo 16 anni. Sarebbe stato San Martino. Ora, io non sapevo cosa fosse. Quando riportai la cosa a casa, mamma, orgogliosamente, rivendicò “La festa dei cornuti. Qui non si festeggia”. Probabilmente riteneva di aver già dato in tema. Così, i compagni di classe decidono (decidono, la voce verbale non è a caso. Lo decisero in due o tre, forse cinque) di fare, col professore di latino e greco, loro contiguo – giocava a calciobalilla con loro -, che fanno finta di non aver fatto i compiti, la traduzione di greco, poi si vedrà. Non spiegano come e quando. Si vedrà. Magie del collettivo d’epoca. Io non so cos’avessero mai da festeggiare per cui non potevano passare mezz’ora del pomeriggio a tradurre greco, fatto sta che, la mattina dopo, il professore interroga e, inspiegabilmente, tutti sanno la traduzione. Ora, per chi non ha fatto il Classico, il greco non si traduce all’impronta (cioè, Andrea ed io lo traducevamo, ma quegli altri, no). Ma, inspiegabilmente, inziano a tradurre, come avessero tutti fatto i compiti. Quelli che avevano, collettivamente, deciso di non fare. Tutti, prima di me, tutti. Per spiegare il clima di quegli anni, io ero quella che guardava i cartoni, lo diceva e, nel caso, rispondeva ai professori. La maggior parte di quegli altri, era integrata. Tranne alcuni. Allora, dicevamo, i grandi grecisti, omaggiati di circa 12-14 all’orale, a fronte di scritti normalmente non particolarmente eccelsi, attaccano a tradurre. Dopo 5-6 persone, si arriva me. Che devo fare? Eccomi: “Professore, io ho tradotto…” e traduco, esattamente come loro, leggendo dal quaderno, dal posto. Apriti cielo. La classe si scatena alla fine della lezione. Il giorno dopo, sempre democraticamente (il concetto di democrazia mi sfugge, ma tant’è, a me pareva dittatura dei finti di sinistra), la classe decide di indire, tautologicamente, un’assemblea di classe (in effetti, cos’altro potevano indire?). Contro me. Ricordo ancora il titolo, scritto col gessetto sulla lavagna, la finestra a sinistra della lavagna, che la illuminava: “Rapporti allievi professori – a capo – e allievi allievi”. Mi urlano contro per un paio d’ore. Le rappresentanti o i rappresentanti di classe, non ricordo se fossero sempre V. I. e A. C. o V. I. e F. P. C., sostengono che il mio comportamento va stigmatizzato in quanto non in linea con quanto deciso dalla classe. Loro. Possono due o sei persone rappresentare la classe? Posso io, avendo detto, come loro, “Professore, io ho tradotto”, aver fatto mai qualcosa di diverso da loro da meritare questo? Potrei aprire una parentesi su come questa gente si è comportata con me per anni, ma non lo faccio, perché mi interessa solo raccontare questo episodio. Io non ritengo di essermi comportata in modo tale da dover subire questo. Ricordo benissimo come mi sentivo. Non capita. Condannata. Camminavo davanti alla strada di casa, con la chiara consapevolezza che, tanto, avevano buon gioco a colpirmi. Io non ero come loro. Non ero conformista e non ero come la massa. Per di più, disegnavo e dicevo di guardare i cartoni, e poco importa che fossi qualcosa più di tanti di loro. Blasfemia. Insomma, mi fanno queste due ore di assemblea contro. Il professor Capitani, di Storia e Filosofia, che non mi ha mai apprezzato, ma, devo dire, col tempo, per alcuni atteggiamenti onesti, ho rivalutato, apre la porta, avendo sentito le urla. Domanda: “Cosa succede, qui?” Quelli non rispondono. Li tolgo io dall’imbarazzo: “Niente, professore. Mi stanno solo facendo un’assemblea contro”. Il professor Capitani chiude la porta. Torniamo nella classe. Nella scena assurda, io dico solo: “Ho fatto la stessa cosa che avete fatto voi.” Mi rispondono che, no, l’intenzione è diversa. Mentalmente dico ma vaffanculo. Solo due persone mi difendono. Una non so cosa faccia ora, ma è nei miei affetti. L’altra è vicina a me. Pierluigi dice: “Non ha fatto niente di male.” Andrea dice: “La democrazia della maggioranza non è vera democrazia. La democrazia è rappresentare le opinioni di tutti.” Io, ancora adesso, ringrazio, col cuore, queste due persone. Qualche giorno dopo, senza nessuna ragione apparente, smisi di mangiare.
Da Hiromi – Intervista a Catriona MacColl
8 novembre 2017Hiromi segnala questa breve intervista, probabilmente dell’estate scorsa, a Catriona. È presumibilmente quella inserita nei blu ray giapponesi di cui abbiamo parlato nel post del 25 ottobre scorso e contiene anche un messaggio ai fan. Il video segue il breve testo. Grazie a Hiromi.
Da Monica: Yamato annuncia Lady Oscar in blu ray
1 novembre 2017Nel corso della conferenza stampa delle 13 tenuta a Lucca oggi, I novembre 2017, da Yamato Video, è stata annunciata l’attesa edizione blu ray di Lady Oscar, presumibilmente basata sulla rimasterizzazione gia fatta per i blu ray giapponesi (a differenza dei blu ray tedeschi, che derivano da una conversione dei dvd). Grazie a Monica per la bella notizia!