Di chi è l’amata, Oscar? – brevi spunti sull’ep. 40 ed il suo titolo

Mentre revisionavo una parte della sceneggiatura del III volume della mia doujinshi, volendo far dire ad un personaggio una determinata frase, mi è capitato di pensare al titolo originale dell’episodio 40, さよならわが愛しのオスカル, “Addio, mia amata Oscar”.

“Mia amata”. Ma da chi? André è morto nell’episodio precedente. Nel 40 compare solo come visione di Oscar, in punto di morte (nel manga lei lo nomina, raccomanda a Rosalie di seppellirli insieme, perché sono sposati, Rosalie immagina André che porta via Oscar), ed è un André che si gira, contro un cielo stellato. Intanto, si tratta di un’immagine interessante, ma strana. André la invita a seguirlo? E quel cielo stellato, che non può che richiamare quello della scena d’amore, è davvero forse quello della notte del 12 luglio e quella immagine di André è un ricordo di Oscar, di prima o dopo la notte delle lucciole?

Sembrerebbe strano, però, che fosse anche lui che le dicesse addio in quel modo.

Dunque, quel “mia”, quell’”amata”, diretti ad Oscar, a chi sono riferibili? La mia prima idea è che siano riferiti ad Alain, che ama Oscar (nel manga la cosa è apertamente esplicitata, nell’anime è sfumata e sublimata nel triangolo di ulteriore amicizia e protezione verso André). L’amore di Alain sarà quello a tenere presente il personaggio di Oscar (e, anche, di André) per tutta Eroica. Oscar comparirà, appena di spalle, una sagoma, un pensiero, a fare da contraltare in vari passi, compresi discorsi tra Alain e Napoleone. Non solo Oscar, in realtà, ma anche l’amore tra lei ed André e, a mio avviso, anche come Alain immagina i pensieri di André a riguardo (non necessariamente corrispondenti a quelli di André, peraltro).

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Ma, in ulteriore analisi, potrebbero essere riferibili anche a Rosalie, che ha per Oscar un affetto, una venerazione (e un innamoramento non solo tipicamente shojo, ma anche usuale, nel contesto giapponese, palese nel manga, leggermente più sfumato nell’anime) totali, che durano negli anni. Anche lei tramanda la memoria di Oscar (anche se, a differenza di Fersen, che, in punto di morte, nelle nuove Gaiden, vede Oscar e Maria Antonietta, Rosalie vede solo Bernard). Quindi, certamente a buon diritto, la frase è riferibile anche all’affetto di Rosalie.

E, forse, la scelta del titolo poteva essere anche dal punto di vista del pubblico, che, in quell’episodio, salutava la protagonista principale.

Il titolo giapponese provvisorio, riportato dai copioni, era “Addio cara Oscar”, ma quello definitivo, modificato come era accaduto per gli altri episodi, fu “Addio mia cara Oscar”, con l’aggiunta di わが = mia, che è la forma classica scritta di 私の watashi no, e di 愛しの = cioè amata.

La scelta di quel titolo andava, così, poeticamente a chiudere un circolo. Alain, che non si era mai dichiarato apertamente, e Rosalie, che aveva sempre volute bene ad Oscar, tanto da dare al figlio il secondo nome di lei, in quel modo, così, ricordavano la loro amata Oscar.

© Laura Luzi, aprile, maggio 2020, Riproduzione riservata – grazie a Hiromi

9 Responses to Di chi è l’amata, Oscar? – brevi spunti sull’ep. 40 ed il suo titolo

  1. manuela ha detto:

    Anche secondo me quell “amata Oscar” è riferito allo spettatore che per 40 episodi ha imparato ad affezionarsi al personaggio, alle sue gioie( poche:P) , ai suoi dolori, al suo carattere, alle sue avventure. Oppure “amata” in qualche modo da tutti i personaggi della serie, potrebbe essere. In realtà per me il cartone era già finito nella puntata precedente. La morte di Andrè è un trauma colossale non solo per la dipartita dello stesso ma la tragedia che ne viene dopo!Sicuramente Alain era innamorato di Oscar idem Rosalie (nel manga è palese) : Ps: anche a me piace molto il bacio del manga citato da Laura, trovo anche molto tenera la scena in cui lei si appoggia alla spalla di Andrè mentre a quest’ultimo scende una lacrima.

    • lauraslittlecorner ha detto:

      Bentornata, Manuela. Sì, piace molto anche a me quella scena, tantissimo. Totalmente inattesa, come i momenti in cui, nel manga, con totale naturalezza, Oscar si appoggia fisicamente ad André. Nel cartone, invece, a parte prenderlo a cazzotti e schiaffoni, porello, lo tocca nell’ep. 25, quando sparano in casa, e quando è ferito da Bernard. A parte prendergli la mano nel 37, quando gli chiede di tornare a casa insieme, ma, lì, lei ha già svoltato. A me quelle inquadrature di lei, quei contatti, così trattenuti eppure naturall, come ci siano quotidianamente, ma non ce li raccontino, fanno stringere il cuore.

      • Manuela ha detto:

        Buonasera Laura. Sai pure a me piace moltissimo quella parte dell’episodio 25 quando lei tocca André preoccupata per lui per assicurarsi che stia bene. E li con loro c’ e’ Fersen un attimo prima è li ad ammirare non so idealizzare il conte svedese ma in meno di un secondo corre dal suo André e non stacca le mani da lui finché non si rialza . E suo’ nel corpo nell’anima ma lei non ha ancora svoltato. Nel 37 si . Ps: nel manga specialmente la relazione dal punto di vista fisico tra Oscar e Andre’ e’ ben definita per me anche il loro rapporto e descritto in maniera magistrale da madame Ikeda. Grazie laura per questi spunti di riflessione

  2. Barbara ha detto:

    Anche io, come Annamaria, ho sempre pensato a una sorta di commiato nei confronti di noi spettatori. Ripensando a quella prima storica messa in onda del 1982 e a come in quegli anni scoprivamo che una serie sarebbe terminata – davano la promo di una nuova serie che sarebbe andata in onda alla stessa ora della tua preferita; veniva così una consapevolezza amara del prossimo, inaccettabile distacco – egoisticamente ho sempre pensato a un gesto gentile nei confronti di noi ragazzine, pure noi rese orfane di Oscar. Alla luce della tua riflessione invece, propendo per Rosalie che con Bernard si reca a rendere omaggio a Oscar e Andrè sepolti sulla scogliera; in effetti, loro due tornerebbero indietro dopo la visita, mentre Alain vive lì… Baci Barbara

  3. Annamaria Tarantino ha detto:

    Personalmente ho sempre attribuito il titolo dell’episodio al punto di vista dello spettatore, io e tutti gli altri dicevamo addio in lacrime alla nostra Oscar…il tuo è un punto di vista molto interessante, grazie

    • lauraslittlecorner ha detto:

      Annamaria, è quello che scrivevo sopra a Nazarena. Il dubbio mi è nato perché era una frase molto personale. Se fosse stato Addio, Oscar, come nella versione italiana l’episodio precedente era Addio André, forse non lo avrei considerato. Ma quei termini sembravano, forse sbaglio, voler parlare in un modo ulteriore. Grazie per essere passata nel blog. 🙂

    • lauraslittlecorner ha detto:

      Bello, Barbara, quello che hai scritto. Bello davvero. Mi ha toccato. Alain resta.
      Però, anche lui ha dovuto dire addio, il 14 luglio, alla sua amata Oscar.
      Sempre, abbraccio a Eleanor la bella. 💕

  4. Nazarena ha detto:

    Bellissimo approfondimento, Laura!
    Concordo in pieno nella riflessione su André.
    Sarebbe troppo strano, direi doloroso, e lì di dolore ce n’è fin troppo, pensare che appaia per dirle addio. Mi piace, come te, immaginare che lui sia ad aspettarla, da qualche parte.
    Il possessivo nel titolo inizialmente lo attribuivo solo a Rosalie, in fondo lei muore tra le sue braccia, ma l’idea di legarlo anche ai sentimenti di Alain, l’idea del cerchio che si chiude, è toccante.

    • lauraslittlecorner ha detto:

      Sai, Nazarena, ho pensato che chiudesse il cerchio, perché nell’anime è tutto così “inespresso”, nel senso di non urlato, trattenuto. Se nel manga la drammatizzazione, se vuoi, è molto teatrale, e ci sta: un manga non ha musiche, non ha doppiatori, deve comunicare attraverso dei tratti, nell’anime il dramma sta tutto nel silenzio dei sentimenti che è imposto ai protagonisti, li blocca, grava su di loro. Nel manga la verbalizzazione è necessaria, anche se rischia di diventare verboso, troppo parlato, nell’anime si passa per altre vie, dato che sono generi diversi. E’ anche raro che un anime che riproduca fedelmente un manga sia altrettanto bello (ho presente Berserk), a parte “sorprendere” lo spettatore con nuovi escamotage, sono generi narrativi diversi. Una delle scene che preferisco nel manga sta nella Gaiden della contessa: il gioco di sguardi di loro due durante il picnic. Non una parola. Solo sguardi. Capolavoro. Idem la scena di loro due che si sono appena messi insieme e Oscar richiama André con uno sguardo, lui torna indietro e si baciano. Bellissima.

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